LA MOSTRA

I preferiti di Marino. Capitolo I è una mostra che propone 40 opere di importanti artisti moderni e contemporanei provenienti dalla collezione privata dell’imprenditore e filantropo Marino Golinelli e di sua moglie Paola, in esposizione dal 2 febbraio al 2 giugno 2024 al Centro Arti e Scienze di Bologna.

Fondazione Golinelli rende così omaggio al suo fondatore offrendo al pubblico la possibilità di vedere da vicino dipinti, installazioni, fotografie di artisti di fama internazionale. I lavori esposti rispecchiano la personalità poliedrica e la multiforme curiosità scientifica e culturale di Marino Golinelli. La sua instancabile passione per l’arte, concepita come uno strumento privilegiato per conoscere e decifrare la realtà, il suo sguardo sempre rivolto al futuro, lo hanno spinto ad acquisire, nell’arco di trent’anni insieme alla moglie Paola, opere in ogni angolo del mondo, dall’Africa all’Asia, passando per le grandi capitali dell’arte contemporanea. Adottando un approccio multidisciplinare e multiculturale Golinelli ha dato vita ad un corpus di opere capace di coniugare una visione glocal, globale e locale, del mondo.


In mostra dai maestri delle avanguardie del Novecento, Giacomo Balla e Kazimir Malevich, agli artisti più rilevanti dell’arte contemporanea internazionale, come David Hockney, Tony Oursler, John Baldessari, Lucy e Jorge Orta, Ronald Ventura, Bjarne Melgaard, Warren Isensee, Terence Koh, Ke Chen, Sandeep Mikherjee, Alfred Haberpointner. Da alcuni esponenti di spicco del panorama artistico italiano, come Emilio Isgrò, Nicola Samorì, Alberto Di Fabio, Loris Cecchini, Giorgio Celiberti, Davide Nido, Giuseppe Santomaso, alla fotografia, con opere di Candida Hofer, Maurizio Galimberti e Giovanni Bortolani.

“I preferiti di Marino” è un’iniziativa di ampio respiro, una tessera del mosaico che, tra arte, scienza e innovazione, compone il percorso progettuale e l’operato della Fondazione e dell’Opificio.

La mostra, a ingresso libero, costituisce solo la prima tappa di un progetto espositivo che negli anni a venire offrirà al pubblico del Centro Arti e Scienze Golinelli l’occasione di apprezzare, attraverso letture critiche e prospettive differenti, l’inestimabile ricchezza dell’eredità culturale di Marino Golinelli.

// MARINO GOLINELLI

11 ottobre 1920, San Felice sul Panaro (MO) – 19 febbraio 2022, Bologna

Giovanni Bortolani
Golinelli e Orso Portale
2015

Imprenditore, filantropo, ricercatore, amante delle arti in ogni loro espressione, Marino Golinelli era un uomo con una visione fiduciosa nel futuro, che credeva che la conoscenza fosse il fondamento di ogni progresso umano. Era convinto che l’imprenditore avesse il dovere morale di restituire alla società parte delle sue fortune: l’azienda da lui fondata nel 1948, oggi Alfasigma, cresciuta negli anni grazie a investimenti costanti in ricerca e sviluppo, è oggi una delle più importanti industrie farmaceutiche del mondo.

Fin dall’inizio della sua lunga carriera, ha sposato l’idea che il binomio tra arti e scienze fosse ispirazione per arrivare a una visione olistica, capace di dare una risposta ai perché fondamentali e universali della nostra vita. In quest’ottica, nel 1988 – anno in cui si celebrò il nono centenario dell’Università di Bologna – diede vita alla Fondazione che porta il suo nome, con l’obiettivo di promuovere l’educazione e la formazione, diffondere la cultura scientifica e favorire la crescita intellettuale, responsabile ed etica dei giovani e delle giovani.

L’interesse per l’arte di Marino Golinelli è sempre cresciuto negli anni, così come la sua collezione di opere d’arte, curata insieme alla moglie Paola Pavirani. La sua attività imprenditoriale, sostenuta da una curiosità personale multiforme, li ha portati a viaggiare in ogni angolo del pianeta, dall’Africa all’Asia, passando per le grandi capitali del mondo, il che ha permesso loro di entrare in contatto con culture diverse, di visitare musei, gallerie, fiere internazionali e di conoscere personalmente e intimamente tantissimi artisti.

Non ha mai amato definirsi “collezionista”, ma ha sempre preferito “ricercatore”, perché considerava le opere d’arte che acquistava uno strumento per conoscere e decifrare il mondo, una chiave d’interpretazione fondamentale della realtà. Anche la musica, soprattutto quella classica, occupava un posto speciale nel suo cuore: fonte di emozioni, scoperte, passioni e domande mai sopite.